Il bimbo in utero ascolta e impara

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Più la ricerca progredisce, più scopriamo la meraviglia della vita in utero, la complessità dello sviluppo embrionale e la ricchezza della relazione che si stabilisce da subito tra il feto e l’ambiente che lo circonda oltre le pareti uterine.

Soprattutto con la prima gravidanza, se le condizioni della coppia e del contesto intorno ad essa sono favorevoli, si è dolcemente inclini a raggiungere il piccolo ancora in formazione dentro le calde pareti uterine con stimoli positivi, soprattutto sonori. La scienza ci conferma la bontà di questa tendenza: la qualità della gravidanza e degli stimoli che il feto riceve condizionano la sua salute fisica ed emotiva.

Ed è proprio l’udito il senso che gli permette di entrare in contatto anche con chi lo aspetta fuori. Dalla 22ma settimana di gravidanza questa facoltà si è già sufficientemente affinata per permettergli di seguire, apprezzare, memorizzare ciò che sente e imparare dagli stimoli che giungono da quel canale.

Lo studio dello sviluppo umano ci conferma anche un’altra tendenza particolarmente interessante: la crescita del concepito è dominata dallo sviluppo neurologico fin da subito. Quello che diventerà il cervello è il motore trainante del processo che porterà alla nascita di un bambino e alla futura esistenza di un uomo adulto. Il tubo neurale, che in seguito diventerà il cervello e il midollo spinale, si sigilla completamente tre settimane dopo il concepimento, un giorno dopo che il cuore inizia a battere. Entro la quarta settimana dopo il concepimento, occhi e orecchie hanno iniziato a formarsi, comprese le connessioni con il cervello in via di sviluppo.

Per il feto la mamma è la prima casa. L’utero materno è la prima culla. Dovremmo avere molta più consapevolezza di quanto la vita emotiva, ma anche le potenzialità di apprendimento dei nostri bambini, iniziano ben prima della nascita, già dentro l’utero. L’embrione e poi il feto, sono già nel mondo grazie all’utero materno e ne sono influenzati attraverso il filtro protettivo della madre. Il dialogo che il piccolo intrattiene con la mamma e, attraverso di lei, con il mondo esterno, mostra una straordinaria complessità. La comunicazione umana ha un canale primario che resterà sempre preferenziale per tutta la vita; indipendentemente da quello che diciamo, ciò che passa, prima del contenuto delle parole è sempre il tono, il ritmo, il volume e l’intenzione. Allora è importante domandarsi non tanto cosa diciamo, ma di che qualità siano i suoni che mandiamo al nostro bambino.

Lo studio dello sviluppo fetale e del condizionamento ambientale sottolinea quanto ogni stimolo ha il suo effetto: un ambiente sereno, dove si respira gioia pur in mezzo a incertezze e fatiche, è l’habitat migliore per accogliere un figlio e lo condizionerà nella sua vita futura.