Perdite dal seno

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Perdite dal seno: quando sono normali e quando preoccuparsi

La secrezione dal seno, ovvero la fuoriuscita di liquido da uno o entrambi i capezzoli, non è di per sé un disturbo grave né un evento particolarmente raro. Le cause delle secrezioni dal capezzolo possono essere molteplici. Nella maggior parte dei casi non deve destare preoccupazioni, perché è il sintomo di una patologia o di una condizione benigna dalla quale non si avranno conseguenze allarmanti. Talvolta però la fuoriuscita di liquido dai capezzoli può invece rivelare la presenza di problematiche più gravi. È importante non allarmarsi troppo, ma comunque effettuare dei controlli mirati per stabilire le cause. Soprattutto se la secrezione è con sangue ed è unilaterale.

Perdite dal seno in gravidanza e allattamento

La fuoriuscita di liquido (secrezione) dal capezzolo è normale in fase di allattamento ed anche durante la gravidanza. Le secrezioni in caso di gravidanza sono possibili già dal secondo trimestre e possono perdurare anche per molti mesi dopo la fine dell’allattamento. La gravidanza stessa aumenta i livelli di prolattina e può causare una secrezione benigna dal capezzolo. Non solo il seno della futura mamma aumenta di volume, ma si prepara anche alla produzione di latte dopo la nascita del bambino. Anche i livelli elevati degli estrogeni durante la gravidanza possono aumentare la produzione di prolattina.

Verso la fine della gravidanza, ma in alcune donne anche prima, il seno si prepara all’allattamento con piccole perdite, dai capezzoli di entrambi i seni, di un colore misto tra il giallastro e il bianco. È un fenomeno del tutto normale, anche se non capita a tutte le donne in gravidanza. È il cosiddetto colostro, il primo pasto del bimbo appena venuto al mondo. Si tratta di un latte più ricco di proteine e sali minerali e più povero di grassi rispetto a quello materno: inoltre, il suo apporto è prezioso perché contiene anticorpi, sostanze prodotte dal sistema di difesa dell’organismo, che svolgono un’azione protettrice sulla mucosa, ovvero il tessuto di rivestimento interno dell’intestino, molto importante perché al momento della nascita le difese del bebè non sono ancora completamente attive. Dopo qualche giorno il colostro si trasforma in latte di transizione, il quale in una decina di giorni si trasformerà in latte definitivo, quello di cui appunto si nutrirà il neonato. E da lì in poi, grazie alla suzione del neonato, si avvia la produzione di latte materno che lo nutrirà fino a che se ne produce.

Galattorrea: il latte dal seno senza essere incinta

La galattorrea è la disfunzione secondo la quale il seno secerne del liquido bianco sieroso in assenza di gravidanza o di allattamento. Nella maggior parte dei casi è dovuta a una condizione denominata iperprolattinemia, ovvero l’aumento nel sangue dei livelli della prolattina. Si tratta di un ormone prodotto dall’ipofisi, una ghiandola posizionata alla base del cranio. La prolattina ha il compito di preparare la mammella durante la gravidanza e di aumentare la produzione del latte dopo il parto per favorire un corretto allattamento. Questa condizione è quindi normale nel pre e nel post- partum perchè favorisce la produzione del latte, mentre è patologica al di fuori della gravidanza.

La quantità di prolattina presente nel sangue può essere verificata con un semplice prelievo di sangue, effettuabile presso qualunque laboratorio. La modalità più corretta per eseguire questo dosaggio, al fine di eliminare qualunque possibile condizionamento da fattori di stress (persino la semplice puntura dell’ago del prelievo può alterare i livelli dell’ormone) è quello di effettuare un primo prelievo e poi un secondo dopo mezz’ora. Questa si chiama minicurva della prolattina. Le donne affette da iperprolattinemia hanno un ciclo mestruale irregolare che talvolta si trasforma in amenorrea (assenza di mestruazioni) e mancata ovulazione. Insieme a questi sintomi e al calo del desiderio sessuale, è presente la galattorrea. Ci sono diversi farmaci che possono causare iperprolattinemia, causa della galattorrea, tra i quali antinausea, antivomito; procinetici gastrointestinali; oppiacei; estrogeni a dosi elevate, antiandrogeni. Oltre alla misurazione della quantità di prolattina nel sangue, il medico può verificare anche la funzionalità ipofisaria e i livelli degli ormoni sessuali. Se la secrezione dal capezzolo rimane di colore biancastro, è sufficiente sottoporsi a cure farmacologiche che ristabiliscano i giusti valori di prolattina.

Perdite al seno: quando ci si deve preoccupare?

Una piccola secrezione limitata nel tempo è innocua, ma se si notano cambiamenti nel colore, nella frequenza, nella consistenza e nella quantità di liquidi o in presenza di sangue è importante consultare il medico. Normalmente, le cause della secrezione dal seno vengono classificate prendendo in considerazione il colore e la consistenza del liquido fuoriuscito, lo stato in cui si trova la donna nel momento in cui si manifesta il sintomo (in gravidanza, allattamento, menopausa) se la secrezione interessa entrambi i capezzoli o solo uno e, ancora, se è pluriorifiziale (ovvero esce da più sbocchi dei dotti galattofori presenti nei capezzoli).

Ectasia e papilloma

L’ectasia del dotto mammario si verifica quando un dotto galattoforo (piccolo condotto tubolare che trasporta il latte) della ghiandola mammaria sotto il capezzolo si dilata, si ispessisce e si riempie di liquido e può essere associata a una infiammazione. Il condotto galattoforo può quindi bloccarsi o intasarsi. Le complicazioni dell’ectasia del dotto mammario sono spesso più fastidiose che gravi. Le perdite sono sierose e gialle.

Il papilloma intraduttale può essere la causa delle secrezioni o perdite di sangue che si verificano solo in un seno. È la crescita anomala di un nodulo molle (pochi millimetri in genere) all’interno di un dotto mammario (che trasporta il latte dalla ghiandola al capezzolo). È benigno, ma va fatta una diagnosi precisa per escludere il tumore al seno. Solitamente, il papilloma si sviluppa dietro al capezzolo e può causare appunto la perdita di liquido o di sangue. In genere è presente un solo papilloma che può essere rimosso facilmente.

L’ascesso al capezzolo o al seno consiste nella formazione un accumulo doloroso di pus che si forma nel seno o intorno al capezzolo a causa di un’infezione batterica. La pelle circostante può anche arrossata, calda, gonfia. Può essere una complicanza di mastite e si cura con gli antibiotici.

Cisti al seno

Circa la metà delle donne sviluppa questa malattia fastidiosa durante la vita. Le cisti sono la causa più frequente di noduli al seno. Solitamente, una ciste è liscia, rotonda, piena di liquido e leggermente elastica.

Possono anche produrre un fluido che esce dal capezzolo e può essere un liquido chiaro, acquoso o appiccicoso. Le cisti sono quasi sempre benigne e innocue, anche se possono causare un po’ di fastidio.

Cause meno frequenti delle perdite al seno Cause rare possono essere:

La pillola anticoncezionale: di solito la perdita è solo un effetto collaterale temporaneo dell’assunzione all’inizio (alcune donne hanno il seno gonfio e dolente).

Variazioni dei livelli ormonali legati alla pubertà o alla menopausa.

Farmaci che causano un aumento dei livelli di prolattina (l’ormone responsabile delle produzione del latte), come i tranquillanti e gli antidepressivi inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI).

Prolattinoma, un tumore benigno al cervello che provoca l’aumento dei livelli di prolattina.

Disfunzione ormonale come l’ipotiroidismo

La secrezione dal capezzolo (da uno solo, sierosa o sanguinolenta) può essere un sintomo del carcinoma mammario, sia in fase precoce sia avanzata, in funzione della localizzazione del nodulo e del suo rapporto con vasi e dotti.

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